Mese: febbraio, 2009

Fiocco rosa

Dalla A allo Zammù :: alfabeto letterario
a cura di Zammù Libreria e Casa Lettrice Malicuvata
Via Saragozza 32/a – Bologna

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26 Febbraio 2009 :: h. 19.30
AA VV, Fiocco rosa, Fernandel
interventi di: Francesca Bonafini, Luisa Ventola ed Elena Birmani
Seguito ideale dell’antologia Quote rosa. Donne, politica e società nei racconti delle ragazze italiane (Fernandel, 2007), Fiocco rosa racconta di maternità voluta o negata, e degli ostacoli che le donne incontrano nella loro scelta di diventare madri.
Così inevitabilmente in queste pagine si parla di aborto, ma anche delle difficoltà di tante donne che cercano di coniugare il desiderio di avere figli con le scelte imposte dalla vita professionale, che vede la maternità come un ostacolo incompatibile con la carriera.
Diciassette racconti dai quali emerge uno spaccato realistico e deprimente: avere un bambino non è più un “lieto evento”, ma un problema da cui scaturiscono preoccupazioni a non finire. Mariti e fidanzati sono figure indistinte e lontane, di cui raramente si parla e che quasi mai collaborano alla gestione dei figli.
Ma a dispetto di qualunque ostacolo le protagoniste di questi racconti sono assolutamente determinate nel loro desiderio di maternità, e a crescere i propri figli dando loro il meglio di cui dispongono. Consapevoli di essere abbandonate a se stesse, sono pronte a fare tutto da sole e a far fronte con l’amore alle mancanze altrui. 

 

Le autrici: Elena Battista, Barbara Becheroni, Elena Birmani, Francesca Bonafini, Sonia Cavallin, Lisa Cini, Cynthia Collu, Franca Di Muzio, Caterina Falconi, Federica Marzi, Bianca Nardon, Annarosa Pederzoli, Patrizia Rinaldi, Gaia Rispoli, Elisa Ruotolo, Nadia Terranova, Luisa Ventola.

Negli spazi di Zammù, tra sculture di cartapesta, vini e formaggi, una rassegna letteraria per tutti i gusti, un vero e proprio alfabeto letterario. Otto mesi in compagnia di libri e autori, reading, installazioni video, teatro.
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Forme dell’abbandono

copertina20alluminioDalla A allo Zammù :: alfabeto letterario
a cura di Zammù Libreria e Casa Lettrice Malicuvata
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24 Febbraio 2009 :: h. 21.30
Forme dell’abbandono
Letture musicate dal libro Alluminio (Hacca edizioni) di Luigi Cojazzi, con Roberto Barani Vannucchi alla chitarra e Max Zanetti al basso. Un viaggio tra fútbol e desaparecidos nell’Argentina degli anni ’70.

Negli spazi di Zammù, tra sculture di cartapesta, vini e formaggi, una rassegna letteraria per tutti i gusti, un vero e proprio alfabeto letterario. Otto mesi in compagnia di libri e autori, reading, installazioni video, teatro.
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Ginnastica e Rivoluzione

recensione di Giulia Pazzola

Titolo: Ginnastica e Rivoluzione
Autore: Vincenzo Latronico
Edizioni: Bompiani, 2008
Pagine: 300

ginnastica-e-rivoluzioneIl titolo di questo libro richiama alla mente l’eterna lotta tra fascismo e comunismo, reazionari e rivoluzionari, destra e sinistra, ma in realtà è incentrato sulla dicotomia fra indolenza e azione, ignavia e determinazione, potenza ed essere, e descrive i molteplici aspetti di una stessa voglia di cambiamento, attraverso caratteri totalmente diversi tra loro, almeno quanto diverse sono le modalità di concepire una rivoluzione. Ci si prepara al G8 di Genova 2001, a Parigi, in una sorta di piccola “comune”costituita da cinque ragazzi che si incontrano per caso e che, spinti da storie e necessità diverse, decidono di vivere insieme: “in quella stanza ci aveva interrogati a lungo su di noi, la vita, l’universo e tutto il resto, dicendoci che non aveva tanto bisogno di soldi quanto di creare una comunità, uno spirito, parlandoci con occhi luminosi e brillanti di sessantottini e communard, e più ci parlava più ci sembrava davvero di essere entrati in una narrazione, in una Parigi finta, da cartolina, in cui si incontrano bellissime ragazze e idealisti pallidi che offrono stanze in affitto quasi gratis in cambio del sogno di fondare un collettivo di fotografi”. Spiccano nel tumulto narrativo le descrizioni dei personaggi, che assumono una connotazione eterea, un sapore esotico, leggero; vi si respirano le sensazioni astratte che gravitano intorno ad un individuo: l’odore, i movimenti d’aria, la solitudine, la freschezza. I sentimenti diventano un motore imprescindibile del romanzo, assumendo di volta in volta le sembianze dell’incertezza, della paura, dell’amore, dell’ambiguità, della determinazione, del coraggio, del cameratismo, dell’indifferenza, del torpore; si passa così più volte da scenari emotivi ovattati e pesanti ad altri carichi di entusiasmo, ardore, colori vivaci. Attraverso i protagonisti l’autore dà voce alla propria rivoluzione, delineando moniti di rimprovero nei momenti di cedimento, mettendo in scena operazioni di gruppo quali “Revolve” (un’azione di sabotaggio dei manifesti pubblicitari, volto a trasformare uno strumento di massificazione in un mezzo di espressione), descrivendo le partecipazioni del collettivo di fotografi a manifestazioni a sfondo politico. Il personaggio che più di tutti sembra incarnarlo, T., si trova vittima della propria incapacità di gestire la propria vita sentimentale ed emotiva, forse per una consuetudine che lo porta a non prendere mai coscienza della realtà. Sono circa 200 pagine densissime di eventi, emozioni, riflessioni, personalità, nelle quali i personaggi affrontano mille peripezie e continuamente si perdono e si ritrovano nel tentativo di organizzare la fuga dalle vicende di Parigi e rifugiarsi nel sogno di Genova. Tuttavia, il loro progetto viene ostacolato e messo a rischio più volte, così come l’intreccio delle loro storie e della vita in comune.

La trilogia dei matti

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19 Febbraio 2009 :: 19.30
Cristiano Ferrarese in La trilogia dei matti
Letture sottovoce dalla trilogia di Cristiano Ferrarese: 1967, 1976 e 1985 (Hacca edizioni) 
 
I matti non sono rivoluzionari. I matti non cambiano il mondo. Chi li ha strumentalizzati per fini ideologici, ha commesso un crimine. I matti sono malati: malati gravi che non sovvertono il mondo, ma che sono interiormente devastati da crolli, deformazioni visive, angosce, certezze assurde e sentimenti apocalittici. I matti non sono «buoni» e rassicuranti, né sono gli sconfitti del capitalismo, o le vittime dell’ordine sociale. I matti non vedono verità che altri non vedono. I matti hanno la testa infilata nelle centrifuga, e hanno il cuore in tumulto, come un tornado (e le mani bollenti di febbre).
Andrea Di Consoli

Negli spazi di Zammù, tra sculture di cartapesta, vini e formaggi, una rassegna letteraria per tutti i gusti, un vero e proprio alfabeto letterario. Otto mesi in compagnia di libri e autori, reading, installazioni video, teatro.
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Qualcuno ha morso il cane

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Ginnastica e rivoluzione

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12 Febbraio 2009 :: h. 19.30
Vincenzo Latronico, Ginnastica e rivoluzione – Bompiani – introduce Ettore Malacarne
Ginnastica e rivoluzione segue le disavventure di quattro ventenni che finiscono a Parigi in cerca di un nuovo Sessantotto nei giorni immediatamente precedenti la grande manifestazione di Genova nel 2001, dove i grandi del mondo si renderanno conto di loro. Sono giovani di belle speranze, grandi ideali, passioni politiche e amori un po’ troppo gridati per essere del tutto sinceri.
 
L’autore: Vincenzo Latronico ha 23 anni e una laurea in Filosofia all’Università Statale di Milano. Ha tradotto svariati romanzi dal francese e dall’inglese, fra cui (insieme a Ivan Cotroneo) Il corpo di Hanif Kureishi (Bompiani), Twelve di Nick McDonnell (Bompiani), Billard Blues, Amazone e la leggenda del pianoforte bianco e Tango Masai. L’ultimo sultano, tutti di Maxence Fermine (Bompiani), Mele di Richard Milward (Bompiani) e Morte all’Excelsior, di P.G. Wodehouse (Excelsior 1881).
Con il romanzo Ginnastica e rivoluzione ha vinto la XX edizione del Premio di Letteratura “Giuseppe Berto”.
Ettore Malacarne: Collabora con il free press culturale Satisfiction. Nel 2008 ha pubblicato “La conquista dello spazio e altri racconti” (Eumeswil edizioni). Un suo racconto è apparso nel Best Off Minimum Fax del 2005 curato da Antonio Pascale.
Negli spazi di Zammù, tra sculture di cartapesta, vini e formaggi, una rassegna letteraria per tutti i gusti, un vero e proprio alfabeto letterario. Otto mesi in compagnia di libri e autori, reading, installazioni video, teatro.
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Di passione chimica

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10 Febbraio 2009 :: h. 19.30
Matteo Buratti in reading dal libro Di passione chimica (Edizioni Pendragon)
È dunque nel segno della mescolanza (di linguaggi, di toni, di ritmi) che nasce questo canzoniere amoroso, dove un petrarchismo ironico convive con un surrealismo dell’immaginazione.

 

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Aiutami

Recensioni di Giovanni Curreli    

Titolo: Aiutami
Autore: Paolo Grugni
Editore: Barbera editore, Siena 2008
Pagine: 124

aiutami“Aiutami” è un romanzo che impone di schierarsi, una posizione netta e coerente che lascia poco spazio a compromessi, tentennamenti o rimpianti. Nessun compromesso per gli attivisti animalisti protagonisti di questa storia che non accettano una posizione intermedia tra uomo e animale, per loro non esiste nessuna “predestinazione” del genere umano e quindi è inevitabile la parità di diritti tra uomini e qualsiasi tipo di animale, nessun tentennamento nel portare avanti la loro azione, brutale, decisa e sensazionale, nessun rimpianto una volta portata a termine l’operazione, qualunque siano le conseguenze.
Che cosa dovrebbe fare dunque un sincero recensore? Innanzitutto, qualunque sia la mia posizione rispetto ad un animalismo così oltranzista, riconoscere l’onore delle armi a Grugni, e lo riconosco perché non c’è mai la ricerca di un pubblico accondiscendente. Questa storia trasuda sincerità e nei vari personaggi sembra evidente la sofferenza che si prova nel vedere bistrattata la propria visione del mondo, la propria interpretazione della giustizia, ed è ancor più grave l’indifferenza con cui l’uomo comune nemmeno percepisce tali ingiustizie, e forse è proprio questo che porta i protagonisti (Ricky in primis) a voler intraprendere un gesto così clamoroso per dare una scossa all’opinione pubblica e risvegliare l’orgoglio e la passione di tutti gli animalisti sparsi per il mondo, o almeno questa sarebbe l’intenzione dei protagonisti. Intenzione utopica, forse ingenua, sicuramente spinta da un idealismo disperato che non lascia possibilità di scelta.
Ma è compito del recensore anche dire la sua, anche se all’autore non piacerà. E chi scrive una posizione intermedia (ma non per questo non necessariamente più giusta né equilibrata) riguardo a questo tema ce l’ha.
Non c’è infatti bisogno di considerare il genere umano come una specie “eletta” per criticare una tale posizione estremista. Dacché mondo è mondo, animali uccidono altri animali per cibarsi e, per quanto il veganismo offra una valida alternativa per la nostra onnivora catena alimentare, è difficile credere che tale prassi possa essere condivisa dall’intera umanità. Anche l’uomo per natura uccide altri animali per cibarsene, è intrinseco nella sua natura così come per tanti altri animali. È piuttosto il suo allontanarsi dalla natura che ne crea una versione arrogante e irrispettosa della natura, che lo fa sentire in diritto di testare su animali dei cosmetici o di ucciderne altrettanti per diletto o collezionismo.
Questo non mi pone però nemmeno contro la caccia, laddove la selvaggina sia mangiata a fine battuta, diverso è il discorso nei confronti di chi uccide per imbalsamare ed esporre in salotto o per esercitare la mira.
La verità è che mi sento più in colpa quando compro della carne al supermercato, visto che con tutta probabilità deriva da un animale nato solo per essere mangiato che ha vissuto in un capannone e nel migliore dei casi è sano ma imbottito di antibiotici.
In questo forse c’è un distacco dell’uomo dalla natura, una visione strumentale di tutto l’ambiente che lo circonda, una concezione del mondo che prevede la sistematica adattabilità dello stesso alle esigenze del genere umano, qualunque esse siano. È, a mio modo di vedere, questa la visione da ribaltare, anche se le conseguenze per il nostro stile di vita a breve termine potrebbero risultare insopportabili, quelle a lungo termine sarebbero sicuramente più consone ai ritmi e luoghi della terra, se l’uomo si accorgesse di essere parte integrante della natura ne avrebbe più rispetto e sarebbe più facile muoversi con armonia al suo interno.

Colui che gli dei vogliono distruggere

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5 Febbraio 2009 :: h. 19.30
Gianluca Morozzi, Colui che gli dei vogliono distruggere, edizioni Guanda – introduce Alberto Sebastiani

Il nuovo romanzo di Gianluca Morozzi, a due anni dall’Abisso. Il ritorno di Kabra. Il ritorno di Elettra. Il ritorno di Shatterthunder. E la nascita di un nuovo e incredibile universo…

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L’ultimo parallelo di Michelangelo

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4 Febbraio 2009 :: 19.00
Filippo Tuena in L’ultimo parallelo di Michelangelo – introducono Antonio Tirelli e Simone Olla

Incontro pubblico tra i ghiacci di Ultimo parallelo (Rizzoli) e le voci di Michelangelo, la grande ombra (Fazi)
Sarà presente l’autore.
Quegli uomini che puntano il Sud hanno ricordi presi a schiaffi dal vento gelido. Quell’uomo solo che consuma i suoi ultimi giorni ha voci di ricordi. Un dialogo a più voci dentro gli abissi della solitudine, tra la spedizione antartica di Scott e le ombre di Michelangelo.

Filippo Tuena (Roma 1953) è autore di saggi di storia dell’arte e di romanzi. Tra i suoi libri: Tutti sognatori (Fazi, 1999), La passione dell’error mio (Fazi, 2002), Le variazioni di Reinach (Rizzoli, 2005), Ultimo parallelo (Rizzoli, 2007), Michelangelo la grande ombra (Fazi, 2008). Con Ultimo parallelo ha vinto il Premio Viareggio 2007 e il Premio Albatros 2008.
info: ftuena@yahoo.it

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