Ginnastica e Rivoluzione
recensione di Giulia Pazzola
Titolo: Ginnastica e Rivoluzione
Autore: Vincenzo Latronico
Edizioni: Bompiani, 2008
Pagine: 300
Il titolo di questo libro richiama alla mente l’eterna lotta tra fascismo e comunismo, reazionari e rivoluzionari, destra e sinistra, ma in realtà è incentrato sulla dicotomia fra indolenza e azione, ignavia e determinazione, potenza ed essere, e descrive i molteplici aspetti di una stessa voglia di cambiamento, attraverso caratteri totalmente diversi tra loro, almeno quanto diverse sono le modalità di concepire una rivoluzione. Ci si prepara al G8 di Genova 2001, a Parigi, in una sorta di piccola “comune”costituita da cinque ragazzi che si incontrano per caso e che, spinti da storie e necessità diverse, decidono di vivere insieme: “in quella stanza ci aveva interrogati a lungo su di noi, la vita, l’universo e tutto il resto, dicendoci che non aveva tanto bisogno di soldi quanto di creare una comunità, uno spirito, parlandoci con occhi luminosi e brillanti di sessantottini e communard, e più ci parlava più ci sembrava davvero di essere entrati in una narrazione, in una Parigi finta, da cartolina, in cui si incontrano bellissime ragazze e idealisti pallidi che offrono stanze in affitto quasi gratis in cambio del sogno di fondare un collettivo di fotografi”. Spiccano nel tumulto narrativo le descrizioni dei personaggi, che assumono una connotazione eterea, un sapore esotico, leggero; vi si respirano le sensazioni astratte che gravitano intorno ad un individuo: l’odore, i movimenti d’aria, la solitudine, la freschezza. I sentimenti diventano un motore imprescindibile del romanzo, assumendo di volta in volta le sembianze dell’incertezza, della paura, dell’amore, dell’ambiguità, della determinazione, del coraggio, del cameratismo, dell’indifferenza, del torpore; si passa così più volte da scenari emotivi ovattati e pesanti ad altri carichi di entusiasmo, ardore, colori vivaci. Attraverso i protagonisti l’autore dà voce alla propria rivoluzione, delineando moniti di rimprovero nei momenti di cedimento, mettendo in scena operazioni di gruppo quali “Revolve” (un’azione di sabotaggio dei manifesti pubblicitari, volto a trasformare uno strumento di massificazione in un mezzo di espressione), descrivendo le partecipazioni del collettivo di fotografi a manifestazioni a sfondo politico. Il personaggio che più di tutti sembra incarnarlo, T., si trova vittima della propria incapacità di gestire la propria vita sentimentale ed emotiva, forse per una consuetudine che lo porta a non prendere mai coscienza della realtà. Sono circa 200 pagine densissime di eventi, emozioni, riflessioni, personalità, nelle quali i personaggi affrontano mille peripezie e continuamente si perdono e si ritrovano nel tentativo di organizzare la fuga dalle vicende di Parigi e rifugiarsi nel sogno di Genova. Tuttavia, il loro progetto viene ostacolato e messo a rischio più volte, così come l’intreccio delle loro storie e della vita in comune.